All'interno del festival Fabbrica Europa, Leonardo Bigazzi e Camilla Toschi (MONOCHROME) in collaborazione con Doris hanno realizzato la serata di sabato 14 Maggio 2011, alla stazione Leopolda di Firenze, che ha visto sul palco Diamondog! - dj set e a seguire, "la coppia di dj più avventurosa del mondo", definita così da DJ Magazine, The Glimmers. Originari del Belgio, i Glimmers sono tra i dj e produttori più famosi e rispettati d’Europa. Da molti considerati i veri successori dei 2ManyDj’s, il loro marchio di fabbrica è la capacità di riuscire ad amalgamare nei loro dj-set un numero impressionante di generi: new-beat, funk, dub, house, techno, hip-hop, electro, new-wave, post-punk, disco, rock e pop.

Con alle spalle oltre 20 anni di carriera in clubs e festival in tutto il mondo e all’attivo collaborazioni con nomi come The Chemical Brothers, Grace Jones, MGMT, Bloc Party, The Killers, New Order, Soulwax e Moby, si può senza dubbio affermare che assistere a un dj-set dei due “gemelli” sia davvero un’esperienza imperdibile!

La serata è stata accompagnata dal progetto TimeToSleep di Lucio Di Cicco e Jacopo Menzani nato nel gennaio del 2008. Rispettivamente videomaker e fotografo uniscono il loro immaginario visivo finalizzandolo all'aspetto live di interazione con il suono cercando di creare un dialogo tra due o più flussi di immagini. Il nuovo progetto, che presenteranno in esclusiva a Fabbrica Europa, si chiama Homevideo e ha l'obiettivo di cercare nuove forme di interazione tra la narrazione storica e la ripetizione ossessiva del loop, tra la videobiografia familiare e il momento collettivo e superindividuale del dance floor. Una interazione trovata nel dialogo intermittente di un girato in super 8 e un girato digitale full hd catalizzati attraverso un intenso live ironico e inquieto. Il video in questo progetto estrinseca tutta la sua dualità di media capace ad un tempo di riprodurre fedelmente il reale e di creare nuovi immaginari, di narrare il tempo e di inventarne uno parallelo ed eternamente presente. Lucio Di Cicco e Jacopo Menzani trovano con questo progetto un'estetica fragile, sospesa tra l'impressione chimica della pellicola e il lavorio sintetico del live. Scoprono un linguaggio che raccontando se stesso racconta il cambiamento della percezione del reale e delle forme stesse della narrazione.